Scacchi e didattica: un’accoppiata vincente
Il gioco degli scacchi è stato spesso considerato, in un certo senso, un gioco d’elite: in effetti esso richiede doti di logica, di memoria e di rigore, ma può diventare alla portata di tutti, anche dei bambini. Gli scacchi possono avere un ruolo didattico certamente molto importante, e proveremo a capire un po’ meglio di che si tratta in questo articolo.
Indice
Regole e struttura degli scacchi
Gli scacchi sono un gioco da tavolo e di strategia tra due avversari, ambientato all’interno di una scacchiera di dimensioni di una griglia 8 x 8 = 64 caselle. Gli scacchi sono uno dei giochi più amati e popolari al giorno d’oggi, e storicamente derivano da un gioco indiano risalente al Settimo Secolo, detto chaturanga.
Nel gioco degli scacchi la fortuna non c’entra: sulla scacchiera si rappresenta un mondo ideale, cavalleresco e leale dove non esistono le ingiustizie e dove, soprattutto, vige un ordine gerarchico. In esso il valore e la strategia hanno un’importanza fondamentale: ed è, probabilmente, per questa qualità che gli scacchi didattici possono essere realmente considerati un’attività scolastica a tutti gli effetti. Insegnano, infatti, ad affrontare e risolvere i problemi, sviluppano la memoria, la pazienza e l’autocontrollo.
Scacchi e didattica: come e perché?
Perché scacchi didattici, a questo punto?
Il bambino che impara le regole generali e i movimenti basilari dei singoli pezzi, si pone poi la domanda di ogni scacchista in erba: che cosa devo fare? Questo succede perché ancora non conosce ancora la strategia del gioco, o meglio una delle tante strategie che si possono applicare. La strategia è il piano per raggiungere lo scopo che ci si è prefissati, ovvero avere la meglio sul proprio avversario: e questo, in genere, si ottiene solamente con l’esperienza e la pratica.
La strategia si compone di più tattiche, così come un incontro di boxe si compone di più round. A sua volta ogni round si compone di singole “azioni” e questa è la tecnica. Con la strategia decido dove andare (il piano generale, la guerra) In matematica, questo si tradurrebbe: quale percorso devo seguire per la risoluzione di un problema? Con la tattica organizzo i vari pit stop, le varie soste e fermate (le singole battaglie, che però da sole non fanno mai vincere la guerra). In matematica: quali operazioni devo eseguire? Con la tecnica scelgo se andare a piedi, in auto, in tram, in aereo, ecc..
In matematica: devo saper mettere in colonna e saper fare i calcoli. È chiaro che se so dove andare ci arrivo, magari a piedi e dopo anni, però ci arrivo. Invece se possiedo un aereo e non ho una strategia (cioè non so dove andare) giro a vuoto, sprecando tempo e carburante. Strategia: pianifico di attaccare il mio avversario, ad esempio, sull’ala di Donna, così che lui per far fronte al mio attacco su quell’ala, dovrà inviare rinforzi indebolendo così il lato di Re. A quel punto, con l’ala di Re indebolita, sferrerò il mio vero attacco proprio su quell’ala, così da annientare il Re avversario.
Tattica: per sviluppare il mio piano d’azione, (cioè per concretizzare la strategia), decido di prendere possesso, ad esempio, della terza colonna, collocando due torri sulla stessa linea per rafforzare il mio attacco. Tecnica: per raggiungere il controllo della terza colonna (cioè per concretizzare la tattica) decido di muovere un cavallo così da liberare l’azione delle due torri, anche se magari questo può comportare un indebolimento nel mio schieramento perché quel cavallo controllava delle case importanti. Il bambino-principiante che si accinge ad esplorare il meraviglioso mondo degli scacchi, pertanto, si deve concentrare su piccoli passi come, ad esempio, quello di catturare un pedone avversario indifeso. Quella sarà la sua strategia, e con la tattica e la tecnica deve cercare di conseguirlo. Se riuscirà in tale impresa, sarà per lui già una grande vittoria (e questo è vero anche in matematica, soprattutto nella risoluzione di problemi).