Nella raccolta differenziata si ritiene di riciclare un oggetto gettandolo nel raccoglitore di un determinato materiale, salvo poi scoprire che la sua composizione c’entra poco o nulla. In questo articolo parleremo del vetro e degli errori più comuni che si commettono quando si prova a differenziarlo, anche secondo le indicazioni e i suggerimenti degli esperti.

Sì: barattoli, bicchieri e bottiglie

Cosa va nella differenziata per il vetro? In genere è subito detto: possiamo inserire soltanto oggetti integri  (no cocci o residue o schegge) realmente realizzati in vetro come ad esempio vasetti, bottiglie e barattoli. Cosa invece NON va nel vetro, è descritto di seguito.

Le lastre di vetro: no!

Cominciamo dalle lastre, che di solito sono usate per le finestre, per i tavolini eleganti ma anche per gli specchi: sono da classificare come rifiuti ingombranti. In parole povere, bisogna farli prelevare, previo accordo telefonico o telematico, dalle aziende municipali locali, oppure vanno consegnati presso le apposite isole ecologiche. Quest’ultima soluzione va bene pure per le ceramiche e le porcellane di uso domestico: piatti, tazze, vasi e affini. Ma in genere per le loro ridotte dimensioni è possibile smaltirle nei normali sacchi per l’indifferenziata, e questo vale per i cocci o i resti di qualsiasi rifiuto “vetroso” di grandezza limitata. Quindi anche per gli utensili e le stoviglie in cristallo o in Pyrex.

Le lampadine: no!

Le riciclerie si addicono anche alle lampadine a incandescenza fulminate, che, seppur sparite dal commercio, contano ancora su qualche recipiente specifico, oppure si possono gettare in contenitori dedicati all’interno dei negozi di articoli elettrici. Stesso destino per le lampadine al neon.

Tubi catodici: no!

Di nuovo i punti vendita specializzati sono la sede migliore per liberarsi di schermi di PC o TV o di tubi catodici. Cautela pure per le boccette, i flaconi e le capsule che contenevano medicinali, o i farmaci scaduti: è possibile sbarazzarsene nelle farmacie e nelle parafarmacie.